La statua di Giuseppe Verdi a Busseto (da Wikipedia) (clicca per l'immagine)

Quella fede vissuta come sostegno dei cuori: “Pietà di me, Signor mio Dio, non abbandonarmi”

LA RELIGIOSITA’ DI VERDI

Di solito non si parla di Giuseppe Verdi per la sua religiosità, anche perché, come tutti gli uomini di cultura dell’Ottocento, era, per certi versi, anticlericale. Ma l’amore per Maria in lui è sempre stato costante. Basti pensare a “La Vergine degli angeli”, preghiera che Verdi innalza alla Madonna

Una locandina dell’opera (clicca per l'immagine)

La Forza della Provvidenza

VERDI E MANZONI

Giuseppe Verdi riteneva che “La forza del destino” fosse contrassegnata da un ingorgo tragico. Cercava la soluzione per uno “scioglimento” (termine suo) e quello presentato nella nuova versione dell’opera è di impronta manzoniana: la scommessa della fede. Come spiega Giuseppe Frangi

Don Luigi Giussani con alcuni studenti (clicca per l'immagine)

“Educare è un fatto d’amore verso l’umano”: Giussani, profeta dell’emergenza educativa

IL PRIMO A LANCIARE L’ALLARME

Con “Il rischio educativo”, già nel 1977 don Luigi Giussani, che è stato e ha voluto essere – come egli stesso ebbe a dire – “con tutte le sue forze” un educatore, è stato il primo a parlare di “emergenza educativa”. Carmine di Martino, professore associato di Filosofia alla Statale di Milano, spiega qual è la coscienza sottesa a questa sua urgenza

Don Luigi Giussani con alcuni studenti (clicca per l'immagine)

Non una tecnica pedagogica, ma il cuore: la lezione (da riprendere) del cardinal Martini

I PUNTI FERMI DELL’AVVENTURA EDUCATIVA

Nelle sue lettere pastorali come Arcivescovo di Milano il cardinal Martini lanciò la sfida a educare. Solo chi trova uno sguardo che lo educa può proporsi come educatore, perché l’educazione è una vertigine. La questione seria è una sola: al centro c’è la persona. Una sfida molto attuale

Un patrimonio da rimettere in moto (clicca per l'immagine)

L’educazione è un bene comune, fattore di crescita armoniosa e integrale

C’E’ UN PATRIMONIO DA RIMETTERE IN MOTO

Di fronte alle gravissime difficoltà in cui si dibatte la generazione dei nostri figli non basta sollecitarli a correre non si sa verso dove. Secondo il sociologo Mauro Magatti, occorre un patto intergenerazionale: giovani e anziani insieme per promuovere un nuovo modello di sviluppo

Generazioni senza padri (clicca per l'immagine)

Qual è il bene che il mondo adulto è ancora in grado di testimoniare?

IL DISAGIO DELLE GENERAZIONI SENZA PADRI

Quando un genitore dice: «Non ho fatto mai mancare nulla a mio figlio», forse non si rende conto di avergli consegnato un bene banale. È invece la mancanza che genera desiderio e cambiamento, come racconta don Claudio Burgio, cappellano nel carcere minorile Beccaria

Immenso potenziale (clicca per l'immagine)

Dio continua a fare il cuore dell’uomo capace di stupore, di meraviglia, di infinito

NEI GIOVANI C’È UN IMMENSO POTENZIALE DI BENE

Non è che questa generazione di giovani sia storta o sbagliata, quasi che Dio li avesse dimenticati. Questi ragazzi, secondo Franco Nembrini, insegnante e pedagogista, attendono disperatamente una proposta di bene, di grandezza. Tocca agli adulti rimettersi in gioco

Don Giovanni Bosco (clicca per l'immagine)

“Come padri amorosi, parlino, diano consigli ed amorevolmente correggano”

IL “SISTEMA PREVENTIVO” DI DON BOSCO

Don Giovanni Bosco ha dedicato tutta la sua vita all’educazione della gioventù, usando sempre il suo sistema preventivo: “io credo che potremo ottenere grandi vantaggi senza venire né alla sferza, né ad altri violenti castighi”. Consigli che tornano utili anche oggi

Romano Guardini (clicca per l'immagine)

La vita viene destata e accesa solo dalla vita

LA LOTTA PER L’EDUCAZIONE

“La più potente ‘forza di educazione’ consiste nel fatto che io stesso in prima persona mi affatico a crescere. Siamo credibili solo nella misura in cui ci rendiamo conto che un’identica verifica etica attende me, e colui che deve essere educato”. Parola di Romano Guardini

Papa Benedetto XVI (clicca per l'immagine)

Il rapporto educativo è l’incontro di due libertà

BENEDETTO XVI E L’URGENZA DELL’EDUCAZIONE

Oggi la nostra speranza è insidiata da molte parti e rischiamo di ridiventare anche noi, come gli antichi pagani, uomini “senza speranza e senza Dio in questo mondo”. Proprio da qui nasce la difficoltà più profonda: alla radice della crisi dell’educazione c’è una crisi di fiducia nella vita

Papa Francesco (clicca per l'immagine)

Come buoni samaritani davanti alle diversità per costruire una civiltà dell’armonia

L’IMPEGNO EDUCATIVO SECONDO PAPA FRANCESCO

Il 15 ottobre 2020, aprendo con un videomessaggio i lavori del convegno sul “Global Compact on Education” (Patto globale per l’educazione), Papa Francesco ha proposto una rinnovata stagione di impegno contro la catastrofe educativa. Un compito declinato in sette punti

(Pixabay) (clicca per l'immagine)

Le tante facce dell’emergenza educativa: dieci consigli (utili e originali) di lettura

BIBLIOGRAFIA

Affinati, Ballerini, Giaccardi e Magatti, Giussani, McCarthy, Moioli Sanese, Nembrini, Polito, Recalcati, Risè: nella vastissima produzione di libri che hanno a tema l’educazione e l’emergenza educativa segnaliamo alcuni testi, a nostro parere, tra i più utili e originali

Naval’nyj mostra il cartello con la scritta in cirillico: 'Io non ho paura, non abbiatene neanche voi' (fonte: Facebook)

Esempio di democrazia, libertà e dignità nel nuovo “secolo lupo”

In memoria di Aleksej Naval’nyj

Aleksej Naval’nyj non è morto perché ha sfidato il potere, ma perché ha fatto la cosa che meno di tutte questo potere può tollerare dai suoi sudditi: che uno si assuma la propria responsabilità di uomo, battendosi per una causa non strettamente personale

Fiori in memoria di Naval’nyj al Memoriale per le vittime della repressione politica a San Pietroburgo (fonte: Wikipedia)

Niente esiste senza libertà

Ha dato la vita per ciò in cui credeva

Naval’nyj poteva asserire di non avere paura ed esortare tutti a non averne, proprio perché aveva sperimentato che l’«amore guarisce e riporta in vita». E aveva intuito l’esistenza di un Amore più grande, scritto con la maiuscola, che dà senso e fecondità a ogni sacrificio e genera unità

Naval’nyj e la moglie Yulia (fonte: Wikipedia)

“La Festa della Pasqua è meglio del Capodanno”

Naval’nyj credente

Pasqua 2014: in un post titolato “Cristo è risorto, cristiani ortodossi!” Naval’nyj augurò a tutti, credenti e non credenti, “Buona festa della Risurrezione. Buona festa dell’inevitabile vittoria del Bene!”. Era certo che “il Bene, la Giustizia, la Fede, la Speranza e la Carità vinceranno sempre”

La tomba di Naval’nyj (fonte: Wikipedia)

Vittima del nuovo totalitarismo stalinista

Un omicidio politico

Le testimonianze degli oppositori riscostruiscono le cause che hanno portato alla morte dell’oppositore più conosciuto di Putin. “È difficile credere che Naval’nyj non ci sia più. Ma è tutto logico, è la logica del regime di Putin. E sarà sempre così, finché non crollerà. Se crollerà”

Manifestazione a favore di Navaln’nyj a Mosca nel 2021 (fonte: Wikipedia)

“Mosca deve lasciare in pace l’Ucraina”

Il manifesto politico di Naval’nyj

Alla vigilia dell’anniversario della guerra in Ucraina, l’oppositore di Putin ha riassunto la sua piattaforma politica in un post su X. “Riconoscendo la nostra storia e le nostre tradizioni, dobbiamo far parte dell’Europa e seguire il percorso europeo di sviluppo. Non abbiamo altra scelta”

Replica della cella di isolamento di Naval’nyj in Russia in mostra a Ginevra nel giugno 2023 (fonte: Wikipedia)

“Con lui viene a mancare un’anima della Russia”

Intervista a don Stefano Caprio

Secondo don Stefano Caprio, docente di Storia, filosofia, teologia e cultura russa che ha vissuto a lungo a Mosca, “tornando in Russia Navaln’nyj sapeva che sarebbe andato incontro a un destino amaro. La sua morte segna una deriva stalinista, ma Putin è più forte che mai”